26 febbraio 2007

Saturno contro



Diciamocelo: mentre vediamo scorrere le immagini del'ultimo film di Ozpetek ci assale la sensazione di un fastidioso deja-vù.
Ci sembra di rivedere le "Fate ignoranti", solo che l'asse è spostato più sull'amicizia che sull'amore.
E mentre nel primo film il finale era orientato verso la speranza di un ritorno, in questo il finale ha un sapore amaro, quasi pessimista. Ci ricorda che le cose belle finiscono, e nonostante tutti i nostri sforzi la vita segue il suo corso e nulla torna indietro.
Anche l'impianto della storia è simile: un film corale, ogni personaggio porta con sè il suo carattere, la sua storia e il suo vissuto. Tutto ruota intorno ad una persona che li tiene uniti nonostante le loro diversità, i loro battibecchi, le loro bugie. E si ritrovano tutti in un appartamento di cui tutti (sembra) abbiano le chiavi.
Interessante l'incursione nell'attualità di una legge che non riconosce le coppie di fatto, e quindi vediamo un padre che ha ripudiato il figlio interessarsi a lui, poter (dover) decidere per un figlio che in realtà non conosce, mentre la sua "vera" famiglia, quella formata dal compagno e dagli amici non contare nulla.
Cosa c'è da salvare in questo film? La poesia con cui scorrono le immagini sullo schermo. La delicatezza nel raccontare le sfumature dei sentimenti.
Perchè mi è piaciuta Ambra? Perchè ha parlato poco con la bocca e ha parlato molto con gli occhi.
E volevo aggiungere: ma quanto sta invecchiando male Stefano Accorsi?

La trama non la racconto perchè tanto la potete trovare ovunque.



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